Ritornare al lavoro dopo la maternità a volte può essere difficile. Lasciare il bambino, senza l'aiuto di nonni o tate può diventare un incastro impossibile.
Fortunatamente esistono tutta una serie di leggi a tutela della maternità a livello italiano ed europeo alle quali le aziende devono attenersi.Per esempio la legge
53/2000, denominata "disposizioni per il sostegno della
maternità e della paternità, per il diritto alla cura ed
alla formazione e per il coordinamento dei tempi della
città",
Il contratto del commercio, per esempio, offre la possibilità alle mamme di avere una riduzione dell'orario di lavoro nei primi tre anni di vita.
Ecco il testo dell'articolo "Al fine di consentire ai lavoratori assunti a tempo
pieno indeterminato l’assistenza
al bambino fino al compimento del terzo anno di età, le aziende
accoglieranno,
nell’ambito del 3 per cento della forza occupata nell’unità
produttiva,
in funzione della fungibilità dei lavoratori interessati, la richiesta
di trasformazione
temporanea del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale
da parte del genitore.
Nelle unità produttive che occupano da 20 a 33
dipendenti non potrà fruire della riduzione dell’orario più
di un lavoratore. Il datore di lavoro accoglierà le richieste in
funzione della fungibilità dei lavoratori interessati ed in base
al criterio della priorità cronologica della presentazione delle
domande.
La richiesta di passaggio a part time dovrà essere
presentata con un preavviso di 60 giorni e dovrà indicare il periodo
per il quale viene ridotta la prestazione lavorativa"
Ciò significa che le aziende non possono rifiutare ("accoglieranno" e non "potranno accogliere") le richieste di part time post maternità nel limite del 3% della forza occupata. Sta poi all'azienda offrire posti di lavoro ad altre persone per compensare le ore di lavoro mancanti
Se l'azienda dovesse negare il part time consigliamo di rivolgervi ad un sindacato o ad un consulente del lavoro per tutelare i diritti delle famiglie.
0 commenti